Le Pietre di Pantalica

Là dove le case son crollate, per vecchiaia, per degrado, per incuria, i bulldozer hanno spianato pietre e calce, hanno formato vuoti nel reticolo delle viuzze, enormi spiazzi bianchi di sterro. Dietro questi spiazzi, si stagliano ora nette le grandi cupole smaltate delle chiese, i campanili d’arenaria, il tetto e la facciata del palazzo dei Normanni. Le zone di case lesionate, pericolanti, fatte evacuare, sono state chiuse da mura di cinta. Dietro queste fresche mura di tufo, si accumulano le immondizie del mercato, degli abitanti, le ossa delle macellerie, vi razzolano bambini, cani, gati, vi ballano topi. Qui Palermo è una Beirut distrutta da una guerra che dura ormai da quarant’anni, la guerra del potere mafioso contro i poveri, i diseredati della città. La guerra contro la civiltà, la cultura, la decenza.

V.Consolo, “Le pietre di Pantalica”
Mondaddori, Milano 1988, p. 172.
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